Sono molti i casi di persone che si infettano pure essendo vaccinati o avendo già avuto il Covid. La maggior responsabile è Omicron, la variante che buca le difese immunitarie.
Quando è arrivato il vaccino abbiamo tutti creduto di poterci liberare dal Covid presto e con facilità. Purtroppo non è stato così. Promesse bugiarde? No.
Gli scienziati hanno quasi sempre usato il condizionale parlando di un virus dalle caratteristiche nuove e sono stati chiari riguardo alla necessità di vaccinare tutti e molto rapidamente perché il virus più gira e più muta creando varianti che sono sempre una sorpresa.
Ci sono state una trentina di varianti del Coronavirus, ma quelle considerate più preoccupanti sono state quattro: Alfa, Beta, Gamma e Delta. La variante Delta, individuata nell’ottobre del 2020, si è diffusa quasi due volte più velocemente della variante Alpha e in meno di un anno è diventata dominante.
Nel novembre 2021 è apparsa la variante Omicron, con un gran numero di mutazioni e una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Delta. Omicron è diventata dominante in Europa e in Italia in soli due mesi.
Queste varianti del virus, con le loro mutazioni, sono in buona parte responsabili del fatto che ci possiamo contagiare sia dopo aver fatto il vaccino, anche tutte e tre le dosi, sia dopo essere guariti dal Covid.
L’Istituto Superiore di Sanità nel rapporto del 21 gennaio indica che dal 24 agosto 2021 al 19 gennaio 2022 le reinfezioni (cioè chi si è preso il Covid una seconda volta) sono state oltre 108mila, il 2,7% di tutti i casi registrati. Però da ottobre a dicembre eravamo intorno all’1% circa, mentre nelle ultime settimane siamo saliti fino al 3,4%.
Omicron è arrivata in Italia alla fine di novembre e la sua capacità di contagiare una persona dopo la guarigione si è dimostrata 5 volte superiore a quella di Delta (qui i dati dell’Imperial College di Londra). Se per le altre varianti la protezione offerta da una precedente infezione era dell’85%, con l’arrivo di Omicron è scesa al 19%.
Omicron buca le difese costruite dall’organismo dopo la guarigione e buca quelle prodotte dal vaccino (qui uno studio sull’argomento). La probabilità di reinfettarsi è ovviamente maggiore nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e si stanno verificando molti casi fra gli operatori sanitari.
Gli scienziati stanno ancora cercando di capire con esattezza come e perché Omicron riesce a contagiare anche le persone vaccinate, però è dimostrato da alcune ricerche che la nuova mutazione riesce ad aggirare i livelli di protezione immunitaria forniti da due dosi di vaccino, ma trova una buona barriera nella la terza dose, il cosiddetto booster.
Ricordiamo che i numeri dimostrano ormai in maniera incontestabile che le persone vaccinate che si infettano o si reinfettano sviluppano per lo più sintomi lievi e che i casi di terapia intensiva e di morte sono molto bassi. Detto questo, bisogna sottolineare che la reinfezione dopo la vaccinazione dipende da più fattori.
Oltre alle particolari caratteristiche di Omicron, c’è il fatto che la capacità di protezione del vaccino cala con il tempo: dopo 5 o sei mesi dalla seconda dose la protezione è praticamente nulla. Per altro anche la copertura di chi è stato già contagiato risulta dopo alcuni mesi nulla e quindi prenderselo non è garanzia di immunità.
Anche se gli effetti di Omicron sembrano essere meno gravi delle varianti precedenti, l’idea che sta circolando per cui tanto vale prenderselo, non è una buona idea né per sé né per gli altri.
Dobbiamo infatti ricordare che i bambini piccoli per i quali non c’è un vaccino, gli anziani, i malati o che sono per vari motivi fragili, si aspettano da tutti noi che li proteggiamo. Così come coloro che si sono visti rimandare operazioni e cure ospedaliere vorrebbero che si pensasse anche alla loro salute.
Sebbene ci siano reinfezioni dopo il booster, la migliore protezione al momento rimane la terza dose, accompagnata dal rispetto delle norme di protezione che molti vaccinati o già infettati tendono a dimenticare. Usare le mascherine FFP2, stare distanziati e arieggiare i luoghi chiusi rimangono la maniera migliore per non infettarsi o reinfettarsi.
I primi due casi di Covid in Italia furono identificati esattamente due anni fa, nel gennaio 2020, e oggi si comincia timidamente a dire che Omicron, proprio per com’è fatta, potrebbe condurci alla fine della pandemia. La variante attuale infatti si avvicina molto a quelle che sono le caratteristiche di un virus circolante in una fase endemica e questo, insieme ad un’alta percentuale di vaccinati e all’introduzione di farmaci antivirali può portarci fuori dal tunnel.
La variante che buca i vaccini e reinfetta chi ha già avuto il Covid, potrebbe essere quella che chiude un capitolo di questa brutta storia. Intanto sono allo studio vaccini che ci difenderanno da tutti i coronavirus e dalle loro continue mutazioni.