La variante Omicron ha soppiantato la Delta mentre Omicron 2 avanza veloce seguita dalla 3. Il virus muta ma i vaccini tengono.
Come spiega il sito del Ministero della Salute: quando un virus si replica o crea copie di se stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati "mutazioni". Un virus con una o più nuove mutazioni viene indicato come una "variante" del virus originale.
Finora sono state identificate centinaia di varianti del SARS-CoV-2 ma solo alcune sono preoccupanti e hanno quindi un nome: Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron.
E poi sono arrivate le sorelle: Omicron 2, che all’inizio pareva del tutto insignificante e invece sta crescendo molto rapidamente, e Omicron 3 che potrebbe seguire l’evoluzione delle altre due.
Oggi Delta non esiste praticamente più: Omicron l’ha battuta grazie alla capacità di diffondersi molto più rapidamente e di aggirare in parte le difese fornite dai vaccini.
Questo ha provocato un brusco aumento delle persone contagiate, ma non quello delle ospedalizzazioni e della mortalità. Insomma, è più veloce ma un po’ più debole.
Rispetto al virus di Wuhan, Omicron si è dimostrata anche più resistente sugli oggetti: dopo due giorni sull'acciaio inossidabile rimane attivo il 14,18% delle particelle virali contro solo lo 0,09% di Delta. Sulla plastica l'8,47% rispetto allo 0,14% e sul vetro il 6,13% contro lo 0,1%.
Insomma disinfettare gli oggetti e lavarsi le mani è un’abitudine da non perdere.
Conosciamo Omicron 2 da dicembre, ma non sembrava meritare troppa attenzione. Invece si è dimostrata piuttosto abile e spregiudicata superando del 30% sua sorella in contagiosità.
I dati devono ancora essere confermati, ma se così fosse ci troveremmo di fronte al virus più contagioso mai apparso sul pianeta, con un R0 tra il 15 e il 18, il che vuol dire che una persona infetta potrebbe contagiarne altre 15-18.
Inoltre, Omicron 2 ha un’incubazione più corta di mezza giornata e si attesta in media sui tre giorni.
Secondo l’immunologo statunitense Anthony Fauci, Omicron 2 ha superato Omicron intestandosi circa il 60% dei contagi.
In Italia non abbiamo dati nazionali certi. L’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità risale al 31 gennaio quando Omicron 2 rappresentava solo il 3% delle sequenze, mentre oggi si parla di quasi il 40% di casi positivi, con alcune punte locali. Da uno studio dell’istituto Mario Negri emerge che oggi nella zona di Bergamo Omicron 2 rappresenta il 58% dei casi positivi, mentre in Umbria la nuova variante è stata individuata nel 60% dei tamponi sequenziati lo scorso 7 marzo.
Omicron 2 sta soppiantando Omicron 1 più velocemente di quanto Omicron 1 abbia fatto con Delta. In sole due settimane i casi di Covid in Puglia sono quasi raddoppiati, passando da 564,5 contagi ogni 100mila residenti nella settimana dal 25 febbraio al 3 marzo a 1.060 casi ogni 100mila abitanti registrati nella settimana dall'11 al 17 marzo.
L’ultima arrivata, Omicron 3, pur facendo parte della famiglia, è un po’ diversa e quindi il sistema immunitario, anche se istruito dalla vaccinazione o da una precedente infezione, fa fatica a riconoscerla e non sempre riesce a bloccarla. Per questo molte persone si riprendono il Covid magari a distanza di poco tempo. Rimane però il fatto che le tre dosi di vaccino sono efficaci anche contro questa variante. I tassi di ospedalizzazione sono calati, ma nelle persone non vaccinate o fragili, il decorso rimane invece imprevedibile.
Come spiega l'immunologo Andrea Cossarizza, “i sintomi più comuni con cui si presenta Omicron 3 sono fortunatamente i più leggeri tra quelli che abbiamo imparato a conoscere finora. C’è sempre un importante coinvolgimento delle vie aeree superiori, ovvero del naso e gola, che è maggiore rispetto a quello dei polmoni. Sembra che ci sia un minor interessamento del gusto e dell’olfatto”.
Fra le varianti, c’è anche da citare Deltacron, un mix fra il genoma di Delta e la proteina Spike di Omicron. Al momento, sono state registrate solo poche decine di casi in tutto il mondo, mentre gli scienziati sottolineano che non si tratta del primo caso di varianti ricombinate.
Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, ha dichiarato che “le nuove varianti Omicron 2 e 3 sono contagiosissime, molto più della prima e che quindi sarebbe meglio che l'utilizzo del green pass e altre restrizioni rimanessero ancora e venissero tolte progressivamente dal 31 marzo".
Paolo Bonfanti, primario infettivologo dell'Asst di Monza, sottolinea che la crescita dei contagi non è dovuta esclusivamente alla maggiore infettività di Omicron 2, ma va ricercata anche altrove: "purtroppo si sta osservando un calo dell'adesione alla campagna vaccinale soprattutto nei bambini e nei candidati alle terze dosi […] e c’è un allentamento delle misure personali di contenimento”.
Insomma, a fine marzo cesserà lo stato di emergenza, ma il virus non scomparirà e quindi starà alla responsabilità di ciascuno di noi continuare a usare le misure di precauzione, soprattutto negli ambienti chiusi, per proteggere se stessi e le persone più fragili.